La Pro Loco di Alfedena è un'associazione senza fini di lucro che opera sul territorio al fine di valorizzarlo, promuoverlo e mantenerne vive le tradizioni. Alfedena è un piccolo borgo protetto dall'abbraccio delle sue montagne e rinfrescato dal profumo dei suoi spazi verdi. La Villa Comunale, il Parco Piazza e l'Aia Casili. La Torre a pianta ottogonale alla quale si accede da una scalinata che parte dalla piazza Sannitica ci ricorda un passato di guerre e distruzione ma anche di rinascita e vita. Alfedena, a due passi dal Parco Nazionale d'Abruzzo è luogo ideale per gli escursionisti, per gli sciatori di fondo e per coloro che amano la quiete.
I fuochi di Sant'Antonio si stanno per accendere...
ESTATE ALFEDENESE
Cosa offre Alfedena:
Alfedena spicca a 914 m s.l.m nell'Alta Valle del Sangro. Un piccolo borgo che offre paesaggi spettacolari, un alternarsi di vallate, pianori, faggete e boschi secolari. Alfedena è un punto strategico per gli amanti dello sci alpino, trovandosi a pochi chilometri dagli impianti sciistici di Roccaraso, Pescasseroli e Passo Godi. Per gli amanti dello sci di fondo il Pianoro di Campitelli è la scelta giusta: dotato di tre anelli omologati F.I.S.I..
Consigliata una giornata al lago della Montagna Spaccata dove è possibile ammirare selvagge spiagge naturali. Bella anche la visita al Pianoro Campitelli (1420 m) da dove partono numerosi sentieri escursionistici alla conquista del Monte Meta e della Catena delle Mainarde.
Alfedena è il paese degli alberi monumentali con i suoi cinque esemplari censiti nell'elenco ufficiale della regione Abruzzo. I più importanti sono il pioppo nero in piazza Umberto I e il ciliegio della Val Iavona.
Alfedena ha molti luoghi verdi nei quali respirare aria buona. La Villa Comunale dove si trova il Monumento del Selciatore (dello scultore S. Pagliuchi) eretto in memoria di questo antico mestiere. La passeggiata lungo il Parco Fluviale tra le rocce del "Ponte d'Achille" lungo il Rio Torto. L'Aia Casili, a est del paese, con un grande prato attrezzato con giochi per bambini. A pochi passi dalla piazza, infine, potete sostare al Parco Piazza, un'area verde con abeti secolari.
Alfedena,oggi ambita meta turistica nel cuore delle montagne abruzzesi costituisce un caposaldo per la conoscenza delle culture arcaiche in Abruzzo, delle quali rappresenta una delle testimonianze più cospicue. Una vasta necropoli a valle dell’abitato e un’ampia acropoli a circa 500m di distanza, testimoniano oggettivamente l’esistenza di una città sannitica. Identificata usualmente con Aufidena, centro italico dei Sanniti Pentri, Alfedena fiorì dal VII al III sec a.C. fino alla conquista e al saccheggio operato dai romani all’inizio della terza guerra sannitica nel 298 a.C. Nella storia della riscoperta dell’antico Sannio, Alfedena rappresenta uno dei capitoli più importanti ed è per questo che il Museo Archeologico, dedicato alla memoria di Antonio De Nino, raccoglie oggi parte dei reperti provenienti dalla Necropoli di Campo Consolino, interessata dagli scavi dal 1974 al 1979, e dall’insediamento del Curino,interessato dagli scavi dal 1985 al 1989. Dalle testimonianze archeologiche di Alfedena e dei suoi dintorni, risulta chiaro
che la città antica, con la sua necropoli e le sue fortezze, fosse un centro importantissimo in epoca preromana,fiorita principalmente nei secoli VI-IV a.C. Verso di essa convergevano le principali vie che mantenevano in relazione l’Alta Valle del Sangro con le valli vicine, popolose e fertili, abitate da genti affini. Nel Museo sono oggi conservati preziosi reperti provenienti dalle numerose tombe scavate nelle diverse aree della Necropoli di Campo Consolino: collari di bronzo,anelli digitali, perle di pasta vitrea, collane in ambra,pendagli in bronzo e le cosiddette châtelines dalle tombe femminili; dalle sepolture maschili invece armi in ferro e bronzo, cinturoni, dischi corazza con inciso il cosiddetto “quadrupede fantastico a collo di cigno” ed una delle più belle spade che la storia ci abbia restituito.
Museo Civico Archeologico A. De Nino, SS Marsicana 83
Il castello, risalente all'epoca medievale (XII sec. circa) domina dall'alto il borgo di Alfedena. Il suo destino è legato al succedersi dei vari feudatari locali in particolare alla famiglia Caracciolo. Nel 1943 il passaggio della Linea Gustav nel territorio abruzzese lascia un segno indelebile sull’antico castello, colpito e parzialmente distrutto nel corso dei bombardamenti aerei di quell‘autunno. Oggi è ancora visibile la torre ottagonale e le sue cortine. Per raggiungerla è stata realizzata una scalinata con ampie terrazze che consentono un meraviglioso colpo d'occhio sul panorama dell'intera valle. Da qui si vede la necropoli di Campo Consolino, la chiesa medievale, il percorso del tratturo che attraversava in età moderna Alfedena, la piccola chiesa tratturale della Madonna del Soccorso e il campanile della Madonna delle Grazie e ancora palazzo De Amicis e la ferrovia simbolo della storia di Alfedena nell'Ottocento. Un luogo privilegiato, immortalato anche da Escher durante il suo viaggio in Abruzzo, un luogo da sempre custode del piccolo borgo.
Edificata intorno all’anno Mille, la Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo sorge su un’altura cui si accede per mezzo di una scalinata in pietra, restaurata nel 1903. Spoglia dei preziosi ornamenti che un tempo l’avevano resa preziosa al pari di molte altre chiese abruzzesi coeve, oggi è sicuramente modesta e disadorna, ma non priva di una particolare originalità. La costruzione esterna è quanto di più antico resta di questo edificio, gravemente danneggiato dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale:
facciata romanica in blocchi di pietra a coronamento orizzontale; portale gotico a pseudo protiro su colonnine tortili sormontato da un rosone e fiancheggiato da arcate cieche; torre campanaria ridotta a minore altezza da un restauro moderno. L’interno, completamente rimodernato durante la ricostruzione post bellica, ha perso il notevole valore che possedeva: gli affreschi medievali e rinascimentali che ingentilivano i piloni divisori delle navate, il soffitto in legno dorato che sormontava la navata centrale e i quattordici altari adorni di marmo e pietre dure lungo tutto il perimetro della chiesa, sono andati tutti dispersi.
Degne di essere menzionate le quattordici stazioni della Via Crucis intagliate in legno pregiato e i mosaici che decorano i due altari delle navate laterali dedicati rispettivamente, a sinistra a San Pietro Martire Veronese (patrono di Alfedena) e a destra alla Vergine del Rosario, e il Cristo Benedicente dell’altare maggiore. Al di sotto del presbiterio un architettonico e marmoreo sepolcro accoglie il Corpo di Cristo. Vi si accede mediante una doppia serie di scalini. Qui si conserva uni dei pochi reperti dell’antica chiesa, una Pietà di manifattura locale piccola, ma perfetta nelle pieghe del corpo di Cristo che si adagia su quello di Maria.